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Il pan de mej (o pan meino) è un pane dolce rustico, tipico della tradizione lombarda, originariamente preparato con farina di miglio, poi sostituita da quella di mais. La ricetta originale prevede burro, uova, lievito di birra e niente noci: il pan de mej veniva preparato per la festa di S. Giorgio (23 aprile), in un periodo in cui c’è grande abbondanza di fiori di sambuco, usati per decorare questi dolcetti.

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Io ho deciso di fare la versione di Marco Bianchi (con piccole modifiche) che è sostanzialmente un altro dolce, diciamo l’adattamento moderno di quello che era il pane dolce della tradizione. Ero incuriosita dall’assenza di grassi e di uova, ma mi aspettavo dei dolcetti dal sapore un po’ “sbiadito”: invece sono rimasta piacevolmente sorpresa…sono buonissimi! Data la differenza di ingredienti, sono piuttosto diversi dagli originali (almeno ad occhio), forse più croccanti e meno lievitati, ma il loro gusto naturalmente dolce e saporito mi ha conquistata. E il fatto che siano sani contribuisce a farmeli amare ancora di più. Ovviamente vi deve piacere la farina di mais, altrimenti sarà difficile che li possiate apprezzare, ma io vi consiglio comunque di provare…ne vale la pena!

Essendo una versione senza uova e con pochi grassi (vegetali), ho trovato qualche difficoltà a far legare il composto, e per questo ho aggiunto un po’ di latte. Inoltre ho fatto delle pagnottine quasi rotonde, mentre avrebbero dovuto essere un po’ più larghe e schiacciate… ma sono aspetti che conto di migliorare la prossima volta, visto che ho intenzione di replicare presto questi dolcini!

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PAN DE MEJ

Dose per 14 dolcetti

  • 200 g di farina di mais fioretto (per MB: farina di mais integrale)
  • 100 g di farina 0
  • 80 g di zucchero a velo (per MB: integrale)
  • 80 g di olio di mais
  • 60 g di yogurt greco (per MB: di soia)
  • 50 ml di latte (mia aggiunta)
  • 1 bustina di lievito
  • 70 g di noci

Mescolate le farine con il lievito e lo zucchero, poi unite l’olio, lo yogurt mescolato con il latte e le noci tritate grossolanamente. Impastate e formate delle pagnottine basse e larghe circa 10 cm. Cuocete a 170 per 20-25 minuti senza farli colorire troppo.

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38 Comments

  1. Ricordo che il pan meino che mangiavo da piccola “legava” un po’ la bocca ma era buonissimo, da anni non lo riassaggio e se fossi un po’ meno pigra in cucina… 😉

    • Io non ne avevo mai sentito parlare…ma mi è piaciuto proprio tanto, con quella consistenza quasi croccantina che dà la farina di mais!! Ci vuole davvero poco a farli!

  2. Mio nonno mi comprava sempre il Pan de mej e il pane con l’uvetta ogni volta che arrivava l’autunno, è un ricordo dolcissimo!

    • Ma tu che sei oriunda non è che sei in possesso della ricetta originale?! Così, per caso… 🙂

  3. mmm…che buoni che devono essere, rustici come piacciono a me!! Proverò! Anche la forma così mi piace!!!

    • Sono saporiti e friabilissimi, anche se c’è poco olio…se li provi fammi sapere! 🙂

      • certo…ora non ho gli ingredienti giusti e sono bloccata a casa con la tonsillite, ma appena posso li faccio e ti dico!!

        • Uffa!! Che noia!! Ti auguro pronta guarigione…e nel frattempo surfa in rete alla ricerca di nuove ricette, che è sempre un bel passatempo! 😉

  4. Beh, così non vale però!!! Una volta le cose buone sotto sotto facevano male, ingrassare, appesantire…! Scherzi a parte, penso che debbano esser davvero buoni, e se sono salutari (a parte dire loro “ciao” ehehe) tanto meglio, almeno uno non si sente in colpa per averli mangiati!
    Un assaggino per quando torni? 😉

    • Infatti….io li ho mangiati proprio di gusto! Vedremo…se fai la brava te li porto! 🙂

  5. Sei stata conquistata anche tu da Marco Bianchi? Io condivido molto del suo pensiero, con le dovute eccezioni e “sgarri”, ma lui non mi piace molto…lo trovo un po’ saccentello…e soprattutto non apprezzo molto la pubblicità (che lui dice essere assolutamente gratuita) di prodotti commerciali che fa ad esempio su facebook…va beh, a parte ciò, pur essendo lombarda, non avevo mai sentito parlare di pan de mej, fino a che non l’ho sentito proprio da Marco Bianchi. Come sai io adoro i dolci vegani e anzi, a volte li preferisco, perché li trovo meno dolci e con un gusto più rustico. Mi sa tanto che li provo presto, l’aspetto è proprio quello dei dolci che io preferisco.
    Ciao Alice, un bacione e buona serata!

    • L’ho scoperto da poco, condivido molti principi e trovo che dia buoni spunti per un’alimentazione più sana. Non mi piacciono certi eccessi (soprattutto dei followers, che a volte sembrano veri e propri esaltati) e prendo sempre le distanze da atteggiamenti che definirei integralisti, ma qualche idea gliela rubo. Sulla pubblicità ho anche io delle riserve, ma su lui come personaggio posso dire poco perché non l’ho mai visto in tv… Insomma, preso a piccole dosi direi che è salutare! 😉

    • Ma una a cui non piacciono carote, castagne, cachi e zucche…mica mi vorrà far credere che le piace la farina di mais?!? 😉

  6. Mai assaggiati, ma lo farei con piacere!
    Luna

  7. Che buono! Sì anch’io adoro la farina di mais in tantissime preparazioni che siano salate o dolci. Giusto adesso me ne servirebbe uno di questi pani…
    Buona giornata

    • Sono l’ideale per merenda… anche a fine pranzo, per quanto mi riguarda! E poi sapere che sono fatti con ingredienti “buoni” me li rende ancora più gustosi! 🙂

  8. Io ho fatto i classici con anche i fiori di sambuco… Ma Marco Bianchi mi piace e chissá che non provi anche io questa versione light… Se mi dici che son sempre buoni ci provo… Ma ci metto sempre i fiori di sambuco perché li adoro! 😉
    Bacioni

    • Sai che i fiori di sambuco non li ho mai provati? E sì che ne ho viste di ricette…appena fioriscono ci provo anch’io! 🙂

      • Per il pan de mej ma anche per altre preparazioni van bene anche quelli secchi… Hanno un profumo intensissimo!:)

  9. Si simli trovi in erboristeria! :)…poi li usi anche per tisane se vuoi! 😉

  10. la farina di mais è giusto avanzata dalle focaccine…
    che dire? gli ingredienti mi piacciono tutti anche senza fiori di sambuco..su Marco Bianchi non ho ancora le idee ben chiare perché mi sembra troppo orientato al marketing anche se i pensieri che promuove sono validi

    mi sa tanto che questi li provo presto!
    bacioni e buon weekend

    • Sicuramente è un gran comunicatore, è capace di attirarsi grandi consensi con metodi anche un po’ …dozzinali, populisti forse, anche se non sono i termini giusti. Però credo che in fondo divulghi principi e abitudini alimentari sane e corrette. Mi lasciano molto più perplessa i suoi fan, che a volte mi sembrano dei veri e proprio esagitati! 🙂
      Buon weekend anche a te, un bacio!

  11. Questa ricetta mi ispira moltissimo, non ne avevo mai sentito parlare 🙂 è sempre bello avvicinarsi a nuove cucine tradizionali.. complimenti per il blog, colgo l’occasione per seguirti 😀

    • Sono contenta che ti abbia interessato…cerco sempre di mettere ricette molto diverse tra loro e che hanno incuriosito me per prima!
      Grazie, passerò presto a trovarti!
      Alice

    • Giuro che li ho fatti per curiosità ma non gli avrei dato una lira. E invece…sono stati una piacevolissima sorpresa!

  12. Ma è possibile che non si distingua più tra pan de mej e pan mein? il dolce è il pan mein, il pan de mej era un pane rustico (che non rieco più a trovare, nè il pane nè la ricetta) che si usava nella zuppa di ceci ai primi di novembre (per i morti) e comunque sempre bagnato in zuppe invernali e robuste.
    Marco

    • Ciao Marco, ti ringrazio per la precisazione. Effettivamente in nessuno dei siti che ho consultato né nella ricetta di Marco Bianchi era spiegata la differenza, per cui non potevo immaginare l’esistenza di due pani, uno dolce e uno salato, dal nome simile. Modificherò al più presto il post per spiegare la differenza.
      Grazie,
      Alice

      • Spero di trovare da qualche vecchio fornaio il pan de mei (quello per la zuppa) e la ricetta.
        Se ci riesco, te la mando di sicuro
        Marco

        • Grazie. A volte è difficile distinguere tra ricette della tradizione in assenza fi testimonianze di prima mano. E anche sul web spesso non si trovano informazioni affidabili. L’ideale sarebbe trovare almeno qualche buon testo stampato… Grazie in ogni caso!
          Alice

          • credo di aver risolto (in parte) i miei dubbi. è il Pan Giald, che solo in rari casi viene ricordato come pan de mej. Cercando Pan Giald si trova pure l’uso, per me tradizionale, nelle zuppe. Ti segnalo la bella citazione che trovi in un sito di detti e tradizioni milanesi cercando su internet “lader de pan demej” (anche mio padre usava questo modo di dire). Rimane il dubbio di dove trovarlo: su una vecchia guida ho trovato Garbagnati (di fronte al Peck), ma sarei più felice di trovarlo al ticinese o a Lacchiarella! Molti auguri di buone feste Marco Migliavacca

  13. Direi che Pan Meino (quello dolce da mangiare con la panna o con il latte) è il Pan Mejn, mentre quello rustico, da mangiare con il formaggio o con il salame o bagnato nella zuppa è il Pan de Mej o Pan Giald (Pane giallo lombardo).
    Ciao
    Marco


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Sono Alice, toscana, grande camminatrice e lettrice indefessa, sempre con la testa tra le nuvole.
Ho una passione sfrenata per i dolci – soprattutto torte da credenza e biscotti – che cerco di bilanciare dedicandomi anche a piatti salati, preparati con tante verdure di stagione e prodotti locali.
Benvenuti nel mio angolino del cuore.

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