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Oggi inizia la Settimana delle zuppe e minestroni secondo il Calendario Italiano del Cibo, di cui è ambasciatrice Giorgia Pasqualotto e io ho deciso di partecipare con una zuppa semplice e povera, tipica di Firenze da tempo immemore.

La zuppa di cipolle è uno dei tanti piatti dei quali Italiani e Francesi si contendono la paternità.
Non so quale antichità possa vantare la soup à l’oignon francese, ma la nostra zuppa di cipolle risale almeno al XVI secolo, quando Cristoforo Messisbugo, nel suo trattato Banchetti, composizione di vivande et apparecchio generale, del 1549, dà la ricetta per una carabazada de magro.
La zuppa rinascimentale, tuttavia, pur essendo a base di cipolle, aveva tra gli ingredienti caratterizzanti anche mandorle, zucchero e cannella, secondo il costume tipico dell’epoca di usare zucchero e spezie anche in piatti salati. Non so oggi gradiremmo la commistione; nel dubbio, mi sono cimentata con la carabaccia classica, secondo la ricetta di Paolo Petroni.

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E’ una zuppa davvero semplice, che si fa da sè, ma che io trovo di una bontà disarmante. Dolce, cremosa, saporita quanto basta, non resta neanche indigesta. La lunga cottura annulla il carattere acuto delle cipolle e ne lascia solo la dolcezza.
Un buon olio extravergine di oliva e del pane casareccio arrostito la renderanno un piatto unico saziante e di grande soddisfazione. Assaggiate una cucchiaiata di pane imbevuto di brodo e di morbida cipolla ormai cremosa, e ditemi se non ho ragione.

Una versione arricchita prevede anche l’uso di lardo e legumi secchi di stagione, preferibilmente piselli e fave, mentre particolarmente recente sembra l’uso di aggiungere un uovo in camicia per ogni commensale, da mettere, secondo le versioni, sopra o sotto alla zuppa. Per me, continua ad essere perfetta così, e credo anche che sia la versione più simile all’originale.

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Carabaccia, o zuppa di cipolle

Porzioni: 2       Tempo di preparazione: 15 minuti       Tempo di cottura: 1 ora

Ingredienti

3 cipolle rosse grandi
2 carote medie
2 coste di sedano
6 cucchiai di olio extravergine di oliva
1,2 lt di brodo di verdure
sale e pepe
6 fette di pane toscano casereccio (anche raffermo)
pecorino dolce grattugiato (facoltativo)

Procedimento

Tagliate a dadini il sedano, le carote e le cipolle. Cuocete in una pentola capiente con l’olio, a fiamma bassa e coperto, per 15 minuti. Salate e pepate, poi unite il brodo bollente e fate cuocere ancora per 40 minuti circa, col coperchio appena sollevato. Abbrustolite le fette di pane, disponetele nelle scodelle e versatevi sopra la zuppa. Se volete, grattugiatevi sopra abbondante pecorino dolce.

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Riferimenti bibliografici:

  • P. Petroni, Il libro della vera cucina fiorentina, Giunti 1974.
  • G. Righi Parenti, La cucina toscana in oltre 450 ricette, Newton Compton Editori 1995.
  • A. Santini, La cucina fiorentina. Storia e ricette, Orme 1992.

Note:

  • Petroni dice di cospargere con parmigiano grattugiato ma, sinceramente, mi sembra un po’ fuori area geografica. Mi sembrerebbe più adatto il pecorino dolce di cui parla Righi Parenti. A me, però, piaceva così tanto da sola che non ho voluto aggiungere proprio niente.
  • le dosi di Petroni sono per 4 persone. Io l’ho mangiata, da sola, in due volte. Qualcosa non torna.
  • la zuppa deve restare abbastanza brodosa affinché le fette di pane possano inzupparsi bene.

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Sono Alice, toscana, grande camminatrice e lettrice indefessa, sempre con la testa tra le nuvole.
Ho una passione sfrenata per i dolci – soprattutto torte da credenza e biscotti – che cerco di bilanciare dedicandomi anche a piatti salati, preparati con tante verdure di stagione e prodotti locali.
Benvenuti nel mio angolino del cuore.

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